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Capalbio e la sua storia

 

Il territorio comunale di Capalbio si estende nell’estremo lembo della Maremma Toscana, spaziando dal litorale alle colline. Il primo documento che cita Capalbio è la Bolla Leonino Carolingia dell’805, con la quale Carlo Magno donò il territorio all’Abbazia delle Tre Fontane, si giunge nel ‘200 al dominio degli Aldobrandeschi e poi degli Orsini.

Nel 1416 Capalbio passa alla Repubblica di Siena, vivendo un periodo di floridità e rinnovamento.

Foto di Luciano Salvatore

Nel 1532 fu occupata dalle truppe di Carlo V, per essere poi liberata con l’aiuto dei francesi. Caduta la Repubblica di Siena, il territorio fu assegnato a Cosimo dei Medici, ebbe così inizio una lenta decadenza, dovuta anche dall’espandersi della malaria. Il passaggio ai Lorena segnò la perdita dell’autonomia con l’aggregazione a Manciano e, nel 1842, ad Orbetello, per poi essere annessa al Regno d’Italia nel 1860. L’Ottocento rimane per molti versi uno dei periodi più singolari, legato all’epopea dei briganti, da cui echeggiano nomi ed episodi leggendari, uno su tutti quello di Domenico Tiburzi, ucciso nel 1896 in circostanze misteriose ed altrettanto misteriosamente sepolto. Il periodo seguente fu caratterizzato dal latifondo e da una lenta ripresa per passare poi alla Riforma Agraria degli anni Cinquanta e al conseguente ripopolamento, fino al recupero dell’autonomia amministrativa nel 1960. Da un’economia prevalentemente agricola si passò ad un indirizzo decisamente più turistico e terziario, potendo godere di un patrimonio naturale conservato nel tempo. Grande impulso, in

questo settore, quello ricavato da una ormai consolidata fama nazionale derivata dalle varie frequentazioni eccellenti di politici, intellettuali, giornalisti e personalità dello spettacolo, che si ritirano sempre più spesso nel centro storico e nella campagna capalbiese in virtù della bellezza e della tranquilla riservatezza dei luoghi. Il centro storico di Capalbio mantiene inalterata la sua urbanistica medioevale: la Porta Senese, il Camminamento di Ronda, la Pieve di San Nicola con pregevoli affreschi di scuola umbra e senese del ‘400, l’Oratorio della Provvidenza con una Madonna con Bambino circondata dai Santi attribuita al Pinturicchio, la Torre Aldobrandesca dalla quale si gode di un panorama unico ed il Castello, oggetto di un lungo e splendido lavoro di restauro, nel quale è custodito il Fortepiano Conrad Graf, uno strumento quasi unico sul quale componeva Giacomo Puccini.

 

COSA VISITARE A CAPALBIO

 

Il Giardino dei Tarocchi

A pochi chilometri da Capalbio, in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, è possibile visitare il Giardino dei Tarocchi, uno splendido parco artistico ideato dall’artista francostatunitense Niki de Saint Phalle. Il Giardino è popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi. Per volontà dell’artista, non si eseguono visite guidate per lasciare libera interpretazione ai visitatori. Seguendo l’ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al Giardino di Bomarzo, Niki inizia la costruzione del suo Giardino nel 1979, identificandolo nel sogno magico e spirituale della sua vita. L’artista si è dedicata alla costruzione delle ventidue imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate, per più di diciassette anni, affiancata, oltre che da diversi operai specializzati, da un’équipe di nomi famosi dell’arte contemporanea  e soprattutto dal marito Jean Tinguely che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro. Il Giardino fu terminato solo nel 1996. L’anno successivo Niki ha costituito la Fondazione “Il Giardino dei Tarocchi”, il cui scopo è quello di preservare e mantenere l’opera realizzata dalla scultrice. Il 15 maggio 1998 il Giardino dei Tarocchi è stato aperto al pubblico.

 

Lago di Burano

Da non perdere assolutamente è inoltre, dato il suo valore naturalistico, la Riserva del Lago di Burano, istituita nel 1980 e gestita dal WWF. Il Lago di Burano è una delle più famose Oasi del WWF, posta tra il mare e la terra ferma, in prossimità dell’abitato di Capalbio Scalo, dove si possono avvistare rari uccelli palustri e dove convivono pesci di acqua dolce e salata. Vigila sul lago la Torre di Buranaccio, costruita attorno alla metà del Cinquecento, era il più meridionale avamposto difensivo dello Stato dei Presidi, ai confini con il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio.

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