
Ansedonia
Ansedonia è un’esclusiva località turistica situata sull’omonimo promontorio a sud est del Comune di Orbetello di cui è frazione. Dista dal centro di Orbetello circa dieci chilometri.
COSA VEDERE
– Chiesa di San Biagio, edificio religioso costruito su di un antico mausoleo romano.

Foto di Alessandro Amadio
– Antica Città romana di Cosa (273 a.C.), ubicata in posizione dominante sul mare con il duplice fine di occupare e tenere sottomessi gli ampi territori sorvegliati in passato dagli etruschi e di arginare gli ipotetici attacchi di Cartagine. La città venne strutturata come una fortezza e circondata da un’imponente cinta muraria. Lungo le mura, diciassette torri quadrate e una rotonda rafforzano ulteriormente la fortificazione in prossimità dei tratti di maggiore vulnerabilità. All’interno di questa straordinaria area archeologica vi è il Museo Archeologico Nazionale di Cosa, costituito da tre sale che si affacciano su un cortile centrale: la prima custodisce i reperti più importanti rinvenuti nell’area dell’acropoli, del foro e nelle abitazioni private; la seconda ospita i reperti derivanti dall’area del porto e la terza contiene sporadici materiali rinvenuti sulle rovine della Città di Cosa.
– Torre di San Pancrazio, costruita nella seconda metà del ‘500 dagli spagnoli per intensificare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi. Fino agli inizi dell’Ottocento la torre ha svolto funzioni di avvistamento, difesa ed offesa, poi, a seguito dell’annessione del territorio al Granducato di Toscana, è stata dismessa. La fortificazione ha una singolare forma circolare ed è situata quasi a livello del mare.

Foto di Alessandro Amadio
– Torre di San Biagio, antica torre senese a picco sul mare che nel periodo delle incursioni saracene rappresentava, data l’ottima posizione, un eccellente punto di avvistamento e di difesa.
– Resti dell’antico Portus Cosanus, situato ai piedi del promontorio in cui sorgeva la colonia, era il porto della città. Tutta l’area adiacente al porto fu corredata da importanti infrastrutture allo scopo sia di creare un posto sicuro per le imbarcazioni, sia per evitare l’insabbiamento del porto stesso e della laguna retrostante; fu proprio per questo motivo che in un primo momento (primi decenni del II secolo a.C.) venne sfruttata la potenza delle correnti di un emissario della laguna e di una grande fenditura naturale della roccia chiamata “Spacco della Regina”. Questi canali venivano aperti o chiusi a seconda delle stagioni attraverso delle pareti verticali in legno che defluivano in apposite scanalature in modo che la corrente forzata spazzasse i detriti accumulati nel bacino del porto. In un secondo momento (inizi del I secolo a.C.), lo “Spacco della Regina”, molto probabilmente reso inagibile da una frana, fu rimpiazzato da un’opera artificiale oggi denominata La Tagliata “etrusca”, si tratta di un suggestivo canale totalmente scavato nella roccia che si estendeva per un percorso di circa ottanta metri dal mare alla laguna, costruito per creare un sistema che ottimizzasse il flusso ed il riflusso delle acque e tenesse libero dall’insabbiamento gli impianti del porto di Cosa. È uno dei lavori di alta ingegneria idraulica romana, ma erroneamente attribuito nel passato agli etruschi, da cui ne deriva il nome.
– Torre Puccini, risalente al XV secolo ed ubicata proprio sulla riva della spiaggia della Tagliata, deve il suo nome al noto compositore toscano che amava soggiornarvi e che proprio in questo luogo trovò la giusta ispirazione per realizzare una delle sue opere più famose: la Turandot.
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